venerdì 12 settembre 2014

La Cinciallegra

 Ieri sera durante la mia corsetta alla Cascine mi è capitato di passare accanto ad una Cinciallegra su di una staccionata che al mio passaggio nemmeno si è spostata. e mi è ritornata in mente questa storia che fa parte di un momento doloroso e che nessuno ha mai saputo, a parte noi, protagonisti, e forse è giunto il momento di raccontarla.
Sono ormai quasi passati vent’anni da quel giorno. Era un 5 luglio drammatico, triste, ma comunque pieno di felicità per quel piccolo nuovo passo fatto.
Carla aveva avuto un bruttissimo incidente… detto alla fiorentina, “una tramvata”. Ed erano tre giorni che se ne stava li, sul letto dell’ospedale, insensibile ad ogni tentativo di comunicazione esterna. Coma vigile lo chiamavano.
Faceva molto caldo e per un attimo mi spostai dal letto di quella piccola sala dove era ricoverata e mi avvicinai alla finestra che dava su una terrazza lunghissima. Uscii fuori a respirare un po’ d’aria pulita, dato che in reparto c’era un odore insopportabile di disinfettanti e medicine.
Proprio mentre ero li, fuori dalla stanza vidi entrarci un piccolo uccellino con il dorso giallo e nero!
Rientrai per vedere cosa stava facendo, e incurante della mia presenza cominciò a camminare per la stanza e sotto il letto di Carla. Girò almeno per 5 minuti.
Poi all’improvviso sbatté le ali e volando si posò sulla spalliera tubolare di ferro cromato ai piedi del letto.
Fu un attimo e si mise a cinguettare, incurante del passaggio alla porta di infermieri che rimasero, come me d’altra parte, a bocca aperta. Il bello è che cantava fissando Carla, come se le volesse parlare… chissà! Poi, passato un minuto o due, non so, se ne volò via, dritta alla porta-finestra e se ne tornò nella sua natura. Nello stesso istante entrarono delle amiche e Carla disse:
“O Lina, icché tu fai qui?” riconoscendola…
Si era svegliata.
O forse era stato quel piccolo uccellino?
Chissa!
Certo non furono rose e fiori. Chi ci conosce bene sa qual’è stato il risveglio e la convalescenza.
Ma da quella visita inaspettata le cose cambiarono in meglio. Carla col tempo si riprese e addirittura cominciò a scrivere le poesie sui miei quadri. Fu l’inizio della nostra collaborazione artistica che tuttora continua.
Fossi stato solo avrei potuto pensare che tutto questo fosse stato solo un sogno, ma c’erano gli infermieri a testimonianza. Una addirittura disse:
“E’ sicuramente una persona cara che da lassù è venuta a trovarla…”
Chissà?
E se fosse, so anche chi è!