martedì 15 ottobre 2013

Capitolo XXVI.


Pinocchio va co’ suoi compagni di scuola in riva al mare, per vedere

il terribile Pesce-cane.

Deja-vu.
Fin da piccolo uno dei miei sogni ricorrenti era il correre su una piazza sul mare con il pavimento a quadri bianchi e neri cercando di sfuggire alle onde impazzite e alla pioggia a dirotto. Ho sempre associato la corsa a quest’immagine, a questa sensazione. Non sapevo che posto era. A Livorno ci andavo ormai da tanto tempo, ma andando sempre o al porto o alla rodonda dell’Ardenza, la parte centrale non la facevo mai. Un giorno piovigginoso,  come ogni tanto sul mare accadono, decidemmo io e Carla di fare un giretto sul lungomare, che lei conosceva benissimo, ma che io, invece, non conoscevo affatto. E così mentre pioveva, con le onde che scavalcavano la ringhiera sul mare, mi ritrovai in quella piazza che, tante volte avevo sognato da bambino. Fu un’emozione incredibile.
Fu così che nel capitolo della corsa di Pinocchio verso il mare a vedere la balena… il luogo da me immaginato non avrebbe potuto essere un altro. Il potere del deja-vu!
Mi piace sognare che, forse, tutti i i disegni di Pinocchio, sono nati da sogni, il cui unico loro scopo, era finire su un bianco foglio immacolato. E li esplodere di colori! Alla faccia di chi sogna ancora in bianco e nero!

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