mercoledì 11 gennaio 2012

Il ritratto


Davanti ad una tela bianca non è facile. Cerchi di ricordarne il volto e provi a buttar giù delle linee, delle curve, cercando la giusta piega, la giusta inclinazione. La gomma inesorabilmente si consuma strusciando su tratto dopo tratto, inutili tentativi effimeri di ricordi sfumati. Ma non ti arrendi. Sai che non è facile, così, alla prima, riuscire a raggiungere lo scopo prefissato. Riprovi cercando di non premere troppo con la matita per non lasciare segni che non potresti cancellare. Riprovi a modellare il volto che ricordavi, gli occhi, la bocca e il naso. Ancora non ci siamo, anche se gli occhi, quelli sono perfetti. Riesci adesso a vederci quegli occhi grandi e scuri che ricordavi, che in fondo rispecchiavano la sua anima e vai avanti avendo qualcosa da cui partire. Con la punta delle dita inizi a sfumare le ciglia, pressando e allargando sempre più per creare morbidezza. Sembra quasi di accarezzare il volto e ti immagini la pelle sotto i tuoi polpastrelli. E inesorabilmete ti trovi ad accarezzare il disegno... o più semplicemente sogni di accarezzarne il volto.  Adesso continui con fare febbrile, la matita nelle tue mani diventa un lampo infuocato e scorre inesorabile sul foglio fino a riempire ogni suo angolo ogni sua parte. Ti allontani un attimo e osservi ed un brivido ti avvolge. Hai raggiunto quello che volevi. Ci sei arrivato. Il volto è perfetto.
A questo punto inizi a colorarlo, prendi i tubetti di bianco, di ocra, di vermiglione e il giallo di napoli, gli strizzu sulla tavolozza e inizi, così mescoli i primi colori e li stendi sul volto cercando di ricreare il colore del suo incarnato. Piano piano lo ottieni, e poi, inizi coi particolari. Piano piano il volto prende luce, colore, forma e raltà. Certo, la realtà non dovrebbe essere di un quadro, sarebbe più facile fare una fotografia. Ma in questo caso la realtà è frutto di un ricordo, sfumato si dal tempo, ma sempre nascente dal tuo cuore ed un “cuore” devi riuscire a riprodurre.
Il volto che nasce è lo specchio del suo corpo, ma l’anima e il cuore nascono nel profondo degli occhi, e li è il vero ostacolo. Riesci fortunatamente con poche pennellate a riprodurli, e velocemente con altrettante a creare uno sfondo che possa esaltare il suo splendido volto.
A quel punto ti fermi spossato. Sei riuscito nel tuo intento di ricordare e disegnare quel volto. Anzi meglio, è venuto proprio come lo ricordavi. Frutto si di un tempo passato, ma ancora vivissimo nel tuo cuore.
E a questo punto ti siedi stanco, davanti alla tua opera, la contempli, conscio del fatto che ormai il tuo dipinto sostituirà inesorabilmente e per sempre l’originale sfumato del tuo ricordo. E quel volto riprende vita nuova e vorresti parlarci, ricordare e sognare. Per sempre.

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