lunedì 26 agosto 2013

Capitolo XXI.

Pinocchio è preso da un contadino, il quale lo costringe a far da can di
guardia a un pollajo.

Quand’ero piccolo, come già ho raccontato per un precedente capitolo, passavo le estati in campagna dalla zia a Lappeggi. Insieme alla banda di bricconcelli, visto che s’avvicinava ormai incombente la vendemmia, decidemmo di andare a fare razzia in un potere vicino a Baratro (Paesello composto di almeno 3 case). Aspettammo le ore più calde, quando i contadini stavano ormai rimettendo a posto i loro attrezzi. Scendevano vociando giù nel filare, verso il paese e noi, dall’alto del vigneto, cominciammo ad ingozzarsi di quell’uva, che in fondo non era un granché da mangiare, aveva un sapore aspro e dolciastro al tempo stesso. Ma non avevamo fatto bene i conti! Sentimmo un urlo spropositato, e pensando venisse dai contadini che scendevano a valle, cominciammo a correre verso il crinale della collina, e ci trovammo davanti un Contadinone incavolato nero che smoccolava (bestemmiava) all’inverosimile. Scappammo in ogni direzione strappando tralci di vite e graffiandoci in ogni parte delle gambe e delle braccia. Appena giungemmo a distanza di sicurezza, ci accorgemmo che il bersaglio non eravamo noi, ma due ciuchi che erano entrati nel vigneto con prepotenza e mangiando qua e la distruggevano i filari…
La paura fu tanta però e cessò subito quando vedemmo i ciuchi che correvano all’impazzata nel vigneto. Fu un momento di ilarità strordinario, e quel filare in discesa non me lo potei più dimenticare.
Quand’è stato il momento di illustrare questo capitolo il disegno si è fatto da solo. Mancano solo i ciuchini… ma per quelli ci sarebbe stato spazio più in la’!
Poi, potevo non metterci la lucciolina?... Un piccolo omaggio nell'ultimo arrivato nel mondo che mi circonda: Claudino!

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