lunedì 12 maggio 2014

Considerazione sugli etruschi


Mancano 5 giorni alla mostra Mythos&Kosmos. Vorrei adesso fare delle considerazioni su quello che ho imparato da questo progetto. Ormai sono passati abbondantemente due anni da quando ho cominciato a lavorarci sopra. Devo confessare che i primi disegni sono venuti di getto, leggendo qua e la, le poche notizie che si avevano sulle varie divinità etrusche. Poi ho ricominciato a studiare, dopo parecchi anni, la storia etrusca e mi si è aperto un mondo totalmente nuovo. Alla fine, dopo innumerevoli libri letti e riletti, confrontando le varie teorie che si sono susseguite nei secoli, avevo bisogno di una “storia” che supportasse la mia creazione artistica. Ed ho scelto quindi quella mitologica, delle origini fantastiche anche supportate da qualche prova. Certo è che gli Etruschi erano un grandissimo popolo, avvolto nel mistero per secoli. La loro origine si perde nel tempo, ma certo è che, a più riprese, delle popolazioni venute dall’Anatolia e dalla Cappadocia si stanziarono nel territorio compreso tra L’Arno e il Tevere e fondendosi perfettamente con le popolazioni autoctone e con i popoli sardi dettero origine ad un popolo straordinario. Vissero a stretto contatto con la natura, assecondandola e rispettandola. Erano dei cosiddetti Hyppie ante litteram. Vissero e proliferarono per secoli in armonia e crescendo passo passo guidati dalla loro religione (che nelle sue regole e funzioni si è trascinata fino ai giorni nostri), fino a che una delle loro città, impazzita e ormai più senza regole cominciò a sottomettere tutto il circondario fino a diventare quella che poi sarebbe diventata la dominatrice dell’intero mondo conosciuto: Roma. Fu così che i sacerdoti etruschi decisero che il loro tempo era finito e plausibilmente fu allora che tutti i libri, testi e qualsivoglia riferimento scritto fu distrutto  e da quel punto si entra in quel mondo fantastico dell’immaginazione, quella che mi ha portato a “dipingere” gli dei, non fatti a somiglianza degli uomini, come poi diventarono quelli grecoromani, ma figure fantastiche incarnazione degli eventi naturali sempre al fianco degli uomini, per farli vivere e crescere a stretto contatto con il loro tempo e la natura.
Sabato prossimo inaugureremo la mia mostra. Spero proprio di riuscire a trasmettere le sensazioni e le emozioni che ho provato lavorandoci sopra. Certo gli storici avranno da obiettare tanto sul mio lavoro, ma voglio ricordargli che questo non è un lavoro storico, ma un pretesto artistico per raccontare un fantastico mondo che abbiamo tutti inciso profondamente nei nostri geni. E quello che noi siamo, è frutto di quel mix di integrazione di popoli venuti da ogni parte del mondo allora conosciuto. Mi ricorda tanto la nostra storia. E avremmo sicuramente tanto da imparare… da loro!

Nessun commento:

Posta un commento