martedì 21 febbraio 2017

Fatte pittà!

Per dare un senso a questo evento devo partire da molto lontano nel tempo.
Da piccolo mi piaceva andare a bottega dal mio babbo, parrucchiere molto in voga a Firenze in quel periodo. Sul banco, insieme a forbici, pettini, phon di acciaio enormi, spuntava un registratore nero Philips. Il tasto play veniva premuto spesso e da li venivano fuori le solite canzoni "e ce ne costa lacreme s'america"... "dove sta Zazà... o Maronna mia" etc etc. E io sbuffavo. Non ne potevo più. Montavamo in macchina e c'era una canzone napoletana per ogni occasione.... credo che le conoscesse tutte a memoria... come la Divina Commedia; ma questa è un'altra storia.
Credo di aver odiato quelle canzoni profondamente, ma, inutile negarlo, mi erano entrate nell'anima.
Passarono gli anni e qualcuna di quelle canzoni diventò popolare per noi noi giovani di allora con Il Giardino dei Semplici e con Alan Sorrenti e così quelle musiche tornarono prepotentemente nei miei gusti musicali, complice anche Massimo Ranieri che sempre più spesso le cantava in televisione.
Quelle canzoni diventarono così parte di me, anche se, onestamente non riuscivo a comprenderne il significato di ogni parola, ma d'altra parte non era così anche per la musica d'oltremanica?
E' cosa nota la mia "frequentazione" napoletana del mio lavoro. Sono passati ormai 17 anni che i miei quadri hanno "invaso" Napoli, e comunque, tanti disegni ispirati dalle canzoni napoletane,  rimanevano tali. O "Surdato 'nnammurato" l'avrò disegnato 20 volte minimo, ma non l'ho mai dipinto, come d'altra parte "Dicitencello vuje": Non mi sentivo pronto.
Passati gli anni conobbi una persona straordinaria che era il direttore del Museo di Pulcinella di Acerra e durante i nostri lunghi colloqui telematici sulla pittura, sulla letteratura e sugli eventi che succedevano, uscì fuori questa mia pazza idea. Sarebbe stato bello fare una mostra sulle canzoni napoletane con Pulcinella interprete. Un'idea così, come tante che vengono nella testa di un povero artista, ma che non sparì nel nulla.. anzi, cominciò a crescere ed elaborarsi..
Purtroppo di lì a poco Eustachio ci lasciò e mi riproposi che quell'idea non poteva esser dimenticata; anche in sua memoria.
Così tre anni fa parlandone con Ciro Vecchiarini (la parte "organizzativa" del mio lavoro, anzi, la parte pratica, visto che io vivo tra le nuvole!) gli dissi che mi sarebbe piaciuto fare una mostra a tema: Sulle canzoni napoletane.
Non avevo ancora trovato lo spunto giusto, ma ci avrei provato.
Ciro si entusiasmò subito al progetto.
Avrei cercato di raccontare le musiche napoletane e Napoli con l'ironia e la paesia che solo in napoletani riescono a dare. La strada era ormai tracciata e tutti gli schizzi che si accavallavano nel cassetto potevano prendere vita.
Decisi anche di non raccontare le canzoni interamente, soprattutto per non far diventare i quadri, illustrazioni. E soprattutto di esser libero comunque di interpretarle, lasciando spazio tatale anche all'ispirazione delle melodie.
In un batter d'occhio ne uscirono 4 o 5 opere.
Onestamente credevo di conoscere almeno una ventina di canzoni, ma mi rendevo conto, via via che ci lavoravo che il numero era almeno 5 volte maggiore.
E' stato un lavoro intenso e felice. Un lavoro però che ha preso me e Carla almeno 24 ore su 24. Da ogni quadro nasceva subito una bellissima poesia e il nostro solito coinvolgimento era al suo massimo.
Devo un grazie speciale per l'aiuto a Grazia, la mia supercollaboratrice. Senza di lei, la mia consulente di napoletanità e di napoletano, questo lavoro non sarebbe pututo esistere.
Un grazie di cuore anche a quegli amici che mi hanno suggerito e ispirato le canzoni più disparate. Amo dipingere ciò che piace ai miei amici più cari e così ho fatto anche stavolta. La Fata Turchina mi porta sempre tanta fortuna e i quadri son venuti proprio come volevo..
Spero che il lavoro... immenso... fatto, vi ripaghi della stessa gioia che ho provato io facendolo.
E' stato lunghissimo e faticoso... ma credo ne valesse la pena.
Poi tutto si coronerà tornando al Castel dell'Ovo dove, anni fa, feci la mia prima esposizione importante.
Allora portai a Napoli un po' della mia Toscana oggi invece racconto la storia dei vicoli mozzafiato napoletani, la sua gente, la sua incredibile vivacità avendone ormai, nel tempo, assimilato, odori, suoni, parole e.... musica!



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