Non so come, ma fu probabilmente che una bimba, in una mattinata piena di pioggia, prese delle forbicine, di quelle di plastica colorata e tagliò da un foglio sul suo quaderno di aritmetica un piccolo cuoricino. Non venne un granché bene e lo mise li in un angolo, sul tavolo, vicino alla finestra.
Passò del tempo e passato anche il maltempo, quella finestra fu aperta. Il riscontro fece volare fuori quel piccolo cuoricino di carta. Cominciò a volare, sempre più in alto. Correva insieme alle foglie... volava. Certo, ogni tanto sbatteva su un comignolo, su una tegola o su un’antenna. Allora cadeva su di un tetto e li riprendeva fiato... riposava.
Poi d’un tratto, il vento lo risollevava e lo riportava in alto. Gareggiava con storni e piccioni in fantastiche acrobazie.... era un cuore libero.
Però il vento finì all’improvviso e cominciò a cadere e vista la sua leggerezza, lo faceva piano piano, come una foglia... e piano piano si ritrovò su di una panchina.
E su quella panchina, fu per caso che sedesse un poeta. Di quelli un po’ sgangherati e sognatori. Prendendolo per un segno del destino, prese il cuoricino e con la sua penna con l’inchiostro blu turchese, cominciò a scriverci sopra dei versi... dei pensieri. Tutti erano per la sua amata, e più che ci scriveva e più che lo spazio da riempire diventava sempre più grande. Il viaggio del cuoricino sembrava averlo fatto diventare magico. Il poeta era come rapito da quel cuoricino, continuava a scrivere imperterrito, non poteva, ne osava, fermarsi. La sua musa l’aveva stregato, ed i suoi versi uscivano fantastici. Sarebbe diventato il più grande poeta di tutti i tempi. Continuò così a scrivere per ore, finché, spossato, si appisolò con ancora la penna e il cuoricino in mano.
Continuò a sognare versi, parole, frasi d’amore... e tutto nella sua mente si fece più chiaro.
Ma il vento riiniziò a soffiare.
Ed una folata, più forte delle altre, prese il cuoricino e lo portò su in alto. Sempre più in alto. Sovrastava tutti gli uccelli che volavano.... via, più su delle nuvole, e più in alto ancora.
Il suo viaggio nel cielo continuava sempre più in alto, finché arrivò alla luna... e lì si posò.
Quella distesa bianca... vergine.. pura.. l’aspettava.
Le parole che il cuoricino vi aveva portato si trasformarono in sogni, in desideri, in speranze e in amori. E’ da allora che la bianca luna è diventata il forziere dei nostri sogni!
Maurizio
Passò del tempo e passato anche il maltempo, quella finestra fu aperta. Il riscontro fece volare fuori quel piccolo cuoricino di carta. Cominciò a volare, sempre più in alto. Correva insieme alle foglie... volava. Certo, ogni tanto sbatteva su un comignolo, su una tegola o su un’antenna. Allora cadeva su di un tetto e li riprendeva fiato... riposava.
Poi d’un tratto, il vento lo risollevava e lo riportava in alto. Gareggiava con storni e piccioni in fantastiche acrobazie.... era un cuore libero.
Però il vento finì all’improvviso e cominciò a cadere e vista la sua leggerezza, lo faceva piano piano, come una foglia... e piano piano si ritrovò su di una panchina.
E su quella panchina, fu per caso che sedesse un poeta. Di quelli un po’ sgangherati e sognatori. Prendendolo per un segno del destino, prese il cuoricino e con la sua penna con l’inchiostro blu turchese, cominciò a scriverci sopra dei versi... dei pensieri. Tutti erano per la sua amata, e più che ci scriveva e più che lo spazio da riempire diventava sempre più grande. Il viaggio del cuoricino sembrava averlo fatto diventare magico. Il poeta era come rapito da quel cuoricino, continuava a scrivere imperterrito, non poteva, ne osava, fermarsi. La sua musa l’aveva stregato, ed i suoi versi uscivano fantastici. Sarebbe diventato il più grande poeta di tutti i tempi. Continuò così a scrivere per ore, finché, spossato, si appisolò con ancora la penna e il cuoricino in mano.
Continuò a sognare versi, parole, frasi d’amore... e tutto nella sua mente si fece più chiaro.
Ma il vento riiniziò a soffiare.
Ed una folata, più forte delle altre, prese il cuoricino e lo portò su in alto. Sempre più in alto. Sovrastava tutti gli uccelli che volavano.... via, più su delle nuvole, e più in alto ancora.
Il suo viaggio nel cielo continuava sempre più in alto, finché arrivò alla luna... e lì si posò.
Quella distesa bianca... vergine.. pura.. l’aspettava.
Le parole che il cuoricino vi aveva portato si trasformarono in sogni, in desideri, in speranze e in amori. E’ da allora che la bianca luna è diventata il forziere dei nostri sogni!
Maurizio
Nessun commento:
Posta un commento