martedì 20 dicembre 2011

Luna Rossa

In un tempo indefinito, nel paese vicino a dove il sole sorge, c’era un piccolo villaggio fatto di gente semplice e lavoratrice. Ma li, non nasceva solo il sole, ma anche la luna, e, dato che era all’inizio del suo viaggio era bianca, grande e luminosa e, soprattutto, molto vicina!.
Nel villaggio, viveva una famiglia... padre magazziniere, madre con tanti figli da accudire. Una famiglia con figli come tante, non fosse altro per un particolare: una delle figlie, la più piccola, aveva la pelle di un chiarore unico, quasi bianco. Il suo nome non ha importanza, anche perché nessuno ormai più lo ricordava, poiché veniva chiamata da da sempre “Pelle di luna”
Da piccola non faceva caso al colore della sua pelle, era assolutamente normale. Come anche per i bimbi con cui giocava, anche se, messa a confronto, effettivamente faceva impressione.
Ma pian piano, crescendo, quella situazione cominciò a pesargli, stava diventando un’ossessione! Ormai se ne faceva una malattia. Non sopportava più quel suo manto pallido e trovava ogni modo per potersi dare un po’ di colore. Le amiche si davano quintali di cipria per avere la pelle candida e lei invece avrebbe voluto avere la pelle scura e le gote rosacee.
Cominciò a maledire anche la luna... non la sopportava più. Quando vedeve il suo latteo splendore, la sua rabbia aumentava.
Covò per tanto tempo quella rabbia e quel complesso.
Un giorno nel magazzino di suo padre, arrivò una merce di lacca rossa. Erano tantissimi barattoli. La sua mente provata dalla rabbia prese una decisione impossibile: Avrebbe dipinto di rosso la luna.
Preparò tutto con meticolosità. Aspettò la prima notte di luna piena e quando tutti andarono a dormire cominciò a girare nel villaggio prendendo tavole, sedie, scale e ancora tavolini, sgabelli e scalei. Cominciò col mettere un tavolo al centro del suo cortile e sopra una sedia. Poi sulla sedia una scala in equilibrio, e sempre in equilibrio sull’ultimo piolo un tavolino. Sul tavolino appoggiò ancora un’altra scala e, sempre in equilibrio un’altra sedia. Sulla sedia mise un palo, e in cima al palo ancora un’altra scala.
Continuò così per tanto tempo, finché arrivò finalmente davanti alla bianca e immacolata luna. Prese allora il pennello e cominciò a colorare la bianca distesa lunare. Colorava i crateri, le montagne e gli oceani lunari. E presa dalla furia di vendicarsi di quell’astro bianco finì presto il lavoro e poi guardò il suo lavoro soddisfatta.
E ne rimase anche estasiata da quella bellezza. Aveva fatto un capolavoro.
Purtroppo però le cose non andarono come sperava perché il colore che aveva dato cominciò a scendere giù da quella lunghissima colonna fatta di sedie tavoli e scale. Prendeva sempre più velocità e risucchiava dietro tutto il colore che lei aveva usato. Il colore rosso colò sulla terra e colorò tutto ciò che incontrava. Lei scese di corsa per vedere che era successo, e trovò un mondo completamente rosso: Case rosse, alberi rossi, tutti quelli che conosceva erano diventati completamente rossi e lei, rimasta l’unica a non essere stata investita dalla marea colorata, pallida, sembrava ancora più bianca di prima.
Per fortuna piano piano con le piogge che arrivavano dal mare,  tutto il rosso si sciolse e tutto ritornò come prima, ma il suo morale non poteva che peggiorare. Ma era decisa a riprovare. Non poteva darla vinta alla luna... l’avrebbe rifatto ancora!
Da quel giorno continuò in eterno e invano a colorare la luna. Tutte le volte che finiva il lavoro, inesorabilmente il colore colava e la luna riprendeva il suo candido splendore.
Quindi, quando alzerete gli occhi verso il cielo e vedrete il magico spettacolo della luna rossa, ricordatevi di Pelle di luna e ciò che il suo dolore vi regalerà per sempre!

Maurizio

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