lunedì 7 gennaio 2013

- Capitolo I - Come andò che Maestro Ciliegia, falegname, trovò un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino.

C'era una volta... - Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori. Me lo dicevano da piccino al posto di “fammi finire un discorso, se interrompi poi non capisci!” visto che io interrompevo sempre. Pinocchio è sempre stato nel mio destino. La mia prima scuola si chiamava “Collodi” e non ci sarei dovuto andare visto che era una scuola femminile, ma il mio babbo sbagliò, e mi ritrovai in una classe prevalentemente femminile... eravamo si e no 5 maschi su 30! Il “Collodi” me lo sono sempre immaginato come un vecchietto serio rispettabile, sempre ben vestito e con dei bei baffoni, anche se so che non era così. Nella mia “ispirazione” artistica, l’ho associato ad una persona che ho conosciuto da piccolo e che, credo proprio, che sia stato il primo a regalarmi un Pinocchio; Di quelli che si usavano negli anni ‘60. Stava in piedi su un cilindretto e, una volta premuto nella parte inferiore, il Pinocchietto si afflosciava magicamente. E’ naturale che lo associassi a questa persona, che spesso e volentieri, quando andavo nel negozio di barbiere del mio babbo, ce lo trovavo e mi comprava sempre un giocattolino... rigorosamente di legno. Era una persona straordinaria e ogni tanto mi portava nel paese della cuccagna! Veramente. Quel signore si chiamava Chiaverini ed era il proprietario di una fabbrica di Marmellate che tanti di voi probabilmente conoscono e ancora oggi se la spalmano su delle belle fette di pane. Sono quelle nella confezione di cartone argentato che lui stesso aveva inventato. E quando entravo in quella fabbrica, che per me era immensa, venivo avvolto da una miriade di profumi, e avrei voluto sprofondarmi dentro uno di quei contenitori di more appena colte. Ancora oggi quando vedo nelle corsie dei supermercati le “sue” marmellate mi viene quasi una lacrimuccia. Il “Collodi” non poteva essere altro che lui!

Oggi comincio una settimanale pubblicazione delle mie illustrazioni delle Avventure di Pinocchio. Voglio raccontarvi e rendervi partecipi di come ogni disegno è stato ispirato e come è nato. Anche perché non ho voluto, come già detto più volte, soltanto illustrare la favola, ma raccontare una storia. La mia storia. La mia vita e i vari amici e conoscenti che hanno attraversato il mio cammino. Tante piccole storielle di grandi cose quotidiane.  Non preoccupatevi di tutti non farò il nome. Tanti non ci si riconosceranno, altri crederanno di esser loro. E’ la vita. Spero abbiate la pazienza di seguirmi. Maurizio

Nessun commento:

Posta un commento