venerdì 18 gennaio 2013

Capitolo II.


Maestro Ciliegia regala il pezzo di legno al suo amico Geppetto, il quale lo prende per fabbricarsi un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirar di scherma  e fare i salti mortali.





Mastro Ciliegia e Mastro Geppetto. Beh, devo dire che questi personaggi sono, nella mia fantasia molto intercambiabili fra di loro. Di sicuro sono il mio babbo e il mio nonno materno, ma non saprei esattamente quali. Giuliano, il mi’ babbo, bravissimo artigiano lo vedo un po’ più simile a Mastro Ciliegia che, con la  sua proverbiale “dispettosaggine”, gli assomigliava parecchio. Il nonno Beppe, chiamato Giuseppe anche se in realtà si chiamava Augusto perché nato per Ferragosto, (non chiedetemi il perché di questo perché non lo so!) era più ingenuo, ed anche molto attaccato a me. Nella sua bottega con martelli chiodi, seghe ed ogni ben di dio, mi ricorda per forza Geppetto. Certo, per altri versi potrei dire esattamente il contrario, ma, alla fine, così me li potrei immaginare. E si litigavano di continuo. Certo non prendendosi per la parrucca... ma la tensione s’affilava! Ricordo i miei giorni passati nelle loro botteghe da piccolo. Veramente sembrava di essere in un mondo di fiaba con tutti quegli arnesi fantastici e soprattutto veri... e poterli maneggiare temerariamente, rimediando spesso qualche scapaccione! Ero uno specialista del mazzuolo di legno... cosa non ci ho colpito. Tutti e due avrebbero voluto che facessi il pittore perché dicevano che ero bravissimo, ma io... NO! mai. Non lo avrei voluto mai fare. Peccato perché solo mio padre, nella parte finale della sua vita ha potuto vedere l’inizio di questa mia carriera senza però avere il tempo di vederne i risultati, se non la mia prima premiazione al Premio Italia (sembra uno scioglilingua...). Peccato. Ma così è la vita e se non fosse stato per il Grillo-parlante, non avrei mai dipinto... ma questa è un’altra storia.

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