giovedì 24 gennaio 2013

Capitolo III.

Geppetto, tornato a casa, comincia subito a fabbricarsi il burattino e gli mette il nome di Pinocchio. Prime monellerie del burattino.

Quanti disegni ho fatto di Pinocchio. Credo di aver copiato tutti, ma proprio tutti (e qui qualcuno dirà: “L’avevo detto io!) i possibili pinocchi di tutti gli illustratori e artisti che ci si sono cimentati.
Ricordo con piacere gli innumerevoli pomeriggi passati a copiare i disegni di un certo “Sergio” sui miei quaderni a quadretti e colorati con le mie matitine Giotto.
Ho sempre pensato che l’avrei fatto sul serio, ma ci sono voluti tantissimi anni e tanti passaggi, tanti schizzi o più precisamente “scarabocchi” per arrivare a creare un burattino che mi soddisfacesse e soprattutto mi assomigliasse. In Fondo lo vedo un po’ come la mia vita, il mio mondo, la mia storia. In questo capitolo ho patito non poco a realizzarlo. Ero diviso fra la creazione di Pinocchio o la scena del Carabiniere che blocca Pinocchio.
La seconda opzione sarebbe stata ispirata ad un sergente di Polizia che abitava alle Cure. A malapena entrava nella volante a causa della sua enorme mole. Noi lo chiamavamo Sergente Garsia, ricordando i telefilm di Zorro. E come quello era anche un po’ tonterello. Un pomeriggio che stavamo oziando su un ponticello del Mugnone, inchiodò davanti a noi, scese di corsa, si fa per dire, e ci chiese perentorio: “La strada per Pian di Mugnone.... forza... c’è una rapina”.
Ma poi ho scelto Geppetto che scolpisce Pinocchio! Era d’obbligo

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