martedì 29 maggio 2012

I' mi' babbo

Oggi sarebbe stato il suo 81° compleanno. Un giorno mi telefonò chiedendomi di andare a casa e portare la macchina fotografica che aveva delle cose da fotografare. Naturalmente andai, e, quando arrivai a casa sua (che poi sarebbe diventata la mia), lo trovai vestito per benino, infiocchettato, e tutto rileccato. Mi disse: Fammi una bella foto, così dopo mi ci fai un bel ritratto e lo usi per mettermelo sulla tomba! E la tomba la voglio di marmo bianco a forma di croce e con la falce e martello sopra! E poi mi fotografi la mia libreria e la foto me la metti nella bara”.
Naturalmente io, scherzando la foto gliela feci lo stesso e poi anche come il quadro che è quello qui sopra riprodotto, e la feci scherzando, come al solito e come con lui si usava fare. E purtroppo subito dopo morì...
Non è stato certamente un padre presente o affettuoso o modello, sempre preso dai suoi amici, dalle sue sigarette, le bevute e gli scherzi al prossimo. Sembrava tirato fuori dai personaggi di Amici Miei. Ne ha combinate di tutti i colori. Una volta per far “allontanare” l’amante da un suo amico (a richiesta dello stesso), dato che lei credeva ciecamente in tutte le arti divinatorie, si finse un lettore di tarocchi e gli predisse che se sarebbe rimasta con l’amante avrebbe fatto una brutta fine... lo scherzo fu fatto talmente in modo convincente, avevano persino ricreato una sala tutta allestita di cose “magiche”, che questa se la dette a gambe levate. Un’altra volta, per far capire ad un amico, diciamo un po’ cieco, che la moglie era un po’ allegra, gli misero sul bandone del negozio, una testa di toro (con delle bellissime corna) mozzata. Un’altra invece, si divertiva a girare per la piazza in macchina tutto disteso con un mio cappellino in testa e sembrava che la macchina la guidasse un bambino. (era anche piccoletto, poco più di 1 metro e 55!!!)  E le donnine nel giardino, allarmate, a strillare come pazze.
Un’altra volta, al mare, si fece portare sulla spiaggia una poltrona con un bell’ombrellone bianco e lui si presentò in completo doppiopetto bianco e si mise a sedere per osservare in mare. (e poi ci finì dentro... vestito!)
Questo era i’ mi’ babbo. Sanfredianino.
Però il Lunedì pomeriggio, mi era dedicato. Ci mettevamo in camera sua, sul letto e prendeva i libri... e leggevamo. Prima Pinocchio, Gian Burrasca, Sussi e Biribissi e me li spiegava e mi faceva imparare le frasi più significative. Poi, più grande, mi sfidava a chi imparava più brani della Divina Commedia “Caron non ti crucciare, volsi così colà dove si puote...” e non so se lo facesse per spronarmi o per vedere chi era migliore. Ma non solo Dante ma anche Sachespeare (pronunciato come io, da piccolo lo lessi la prima volta e rimasto con quella dizione negli anni a venire) con la regina Mab “Ah! Allora, lo vedo, la regina Mab è venuta a trovarti. Essa è la levatrice delle fate, e viene, in forma non più grossa di un agata...sul naso degli uomini, mentre giacciono addormentati.” La più bella cosa per me mai scritta. E poi la pittura, tutti i maestri rinascimentali, i macchiaioli e Ottone Rosai a cui aveva fatto da piccolo tante commissioni. E poi li dipingevamo anche insieme, spronando così la mia vena artistica. La mia prima copia della “Gioconda” credo d’averla dipinta a 10 anni...) Libri d’arte con cui mi spiegava, certo a modo suo perché, in fondo, aveva fatto soltanto la 3a elementare, ma di sicuro, ne sapeva più di cento Sgarbi. Insomma, tutti questi Lunedì, hanno contribuito, credo in modo fondamentale alla costruzione del mio mondo immaginario e della mia arte. E soprattutto della mia vita.
Non mi ha mai insegnato quello che si doveva fare.... ma visti i suoi esempi, quello che non avrei dovuto fare.
Auguri e ciao babbino!

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