domenica 5 maggio 2013

Capitolo XIII.


L’osteria del «Gambero Rosso».


Il lunedì, notoriamente giorno di riposo dei parucchieri, montavamo tutti sulla bianchina bicolore bianco\amaranto, e partivamo verso la Certosa del Galluzzo. Il mio posto era nel portabagagli dietro, e guai a chi me lo contendeva. Credo proprio che nessuno l’avrebbe potuto fare, dato che lo spazio era esiguo e io, ero molto piccolo. Arrivati a destinazione c’era il ristorante di zio Renato. In realtà era lo zio del mio babbo, e il lunedì, spessissimo, andavamo a pranzo da lui. Il ristorante allora era la classica bettola anni ‘60. Tutto imbiancato a calce col cortile polveroso e le sedie di tubolare con la seduta di fili di plastica. C’entra con Pinocchio certamente, anche perché all’ingresso c’era una grandissima stampa in bianco e nero di un gigantesco gambero che mio nonno aveva colorato, e fatto diventare di un bel rosso vivo.... mi è sempre rimasto impresso. Avrei voluto mettere quel vecchio ristorante nelle mie illustrazioni, ma, non avendo nessuna foto, e visto che adesso è stato completamente stravolto trasformandolo in un lussuoso Relays, non riuscivo a riprodurlo. I tempi cambiano. Ho provato tante volte a riprodurlo. Ma niente. Destino ha voluto che un giorno fossi invitato a casa di un amica per fare un quadro e la sua casa è identica a quella dell’originale ristorante. Così il passo è stato obbligato. E’ stata una folgorazione e quella casa è diventata la “mia” osteria del Gambero rosso!


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