martedì 7 maggio 2013

Capitolo XIV.



Pinocchio, per non aver dato retta ai buoni consigli del Grillo-parlante,
s’imbatte negli assassini.

Rimanendo in quegli anni, (‘60) gli “assassini” o l’”omo nero” erano il deterrente terribile che i genitori usavano per far fare i bravi ai bambini. Ed io, che ero un bel birbone, non ero stato esentato da quella minaccia. Anzi. Ero convinto che gli assassini abitassero in un ripostiglio che avevamo a casa; era in un corridoio ceco,: lo “stanzino”, come lo chiamavamo. Quando passavo di lì provavo sempre degli strani brividi. Mi ha sempre fatto impressione. Ancora adesso, nonostante siano più di vent’anni che non abito più in quella casa, il ricordo di quello stanzino mi procura un certo non so che. Venendo all’illustrazione, o quadro, come lo volete chiamare, è nato il giorno della mia ricognizione a Collodi. Stavo facendo foto, qualcuna sapendo già cosa fare, altre riprendendo così, scorci del paesino. Mentre fotografavo le vecchie scuole, mi è passata davanti Nadia, autrice principale della ricognizione collodiana, tutta vestita di nero.... ed è stato un lampo. Quella scena, fotografata per bene, sarebbe stata immortalata nell’inseguimento di Pinocchio. I quadri mi nascono così all’improvviso e senza un perché. Si chiama ispirazione proprio per quello, e so già, purtroppo, che qualcuno mi dirà: “Grazie! Agli assassini mi hai paragonata.....”  ma non era quella l’intenzione!

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